Dipendenza affettiva

Cuore legatoLa dipendenza affettiva è una particolare tendenza che, essenzialmente, si contraddistingue per la grande incapacità che talune persone presentano nel riuscire a svolgere in modo autonomo le tante funzioni della vita.

La dipendenza affettiva ha a che fare con la difficoltà nel portare avanti i propri progetti, i propri intenti senza il continuo supporto e consiglio di qualcuno; ha a che fare con la costante insicurezza rispetto al futuro, con una persistente percezione di precarietà, come se ci si sentisse sempre in difficoltà, sempre in uno stato di fragilità, in uno stato di mancanza di supporto. Chi vive questa forma di disagio ha un ripetuto bisogno di avere figure di riferimento vicino a sé.

La dipendenza affettiva può portare addirittura ad un disturbo, che è quello dipendente di personalità. Nella persona con disturbo dipendente di personalità questa tendenza ad aver bisogno di un continuo supporto, di una continua vicinanza, diventa talmente forte, da andare ad interferire in modo pervasivo su quelle che sono le attività e le funzioni della vita quotidiana.

Quali sono le cause della dipendenza affettiva?

Le ipotesi formulate per spiegarne le origini sono diverse, quello che è certo è che la dipendenza affettiva è intimamente legata alla scarsa autostima. Questa bassa fiducia in se stessi si traduce in una costante preoccupazione di non avere abbastanza risorse, di non essere sufficientemente amati dalle persone di riferimento.

Tipicamente si associa la dipendenza affettiva a situazioni anche infantili: se nelle relazioni familiari primarie, che sono così importanti per la costruzione del carattere, ci si è sentiti a volte soli, a volte poco amati, a volte poco considerati, nella vita adulta si conserverà questa sensazione di essere soli, di essere abbandonati, di essere poco al centro della vita emotiva delle altre persone. Da tali premesse affettive ne consegue questo bisogno forte, a volte proprio viscerale, di riuscire, invece, ad avere quella presenza e vicinanza che diventa, per chi manifesta questa problematica, veramente necessaria e fondamentale.

Un’altra modalità interattiva familiare, che si è riscontrato essere legata a questa forma particolare di dipendenza, è quella in cui i genitori o, più in generale, le persone che si occupano della crescita e quindi della salvaguardia della psiche, dell’umore, della vita interiore del bambino, tendono ad occuparsi troppo di lui e a sostituirsi a lui nei vari compiti della vita: avere un genitore troppo apprensivo, troppo presente, che non tiene conto di ciò di cui ha veramente bisogno il bambino, tende ad essere così pervadente nella vita dello stesso, da portarlo a ritenere, in buona sostanza, di non essere in grado di affrontare le cose da solo, di non essere in grado di riuscire a far fronte a tutte le richieste che la vita naturalmente può offrirgli. Questa forma di dipendenza affettiva che viene a costituirsi come un bisogno costante di avere l’altro significativo che funga un po’ da perno della propria vita, porta chi soffre di questa tendenza a sentirsi sempre più in ansia, sempre più preoccupato, a sperimentare livelli molto alti di stress nei quali si percepisce non in grado di portare a termine quelli che sono i compiti che si è prefissato.

Come si può uscirne?

Il compito evolutivo è quello di imparare a lavorare sulla propria autostima, imparare per piccoli passi a costruire un’identità più solida, una maggiore sicurezza. Una più alta fiducia in se stessi aiuterà a sviluppare sempre di più quel senso di autonomia necessario per far fronte a questo bisogno costante dell’altro.

Compito della psicoterapia diventa allora aiutare la persona ad attuare quel processo trasformativo dei modelli operativi interni che continuano in qualche modo a condizionarla, stimolando in lei l’acquisizione di una base interna sicura su cui contare, così da potersi muovere nella vita. La naturale conseguenza di questo processo di crescita sarà la possibilità di intraprendere relazioni soddisfacenti e mature.

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