Premessa
Il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) introduce un importante cambiamento nella diagnosi e nella classificazione del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Il dato più significativo è che il DOC non viene più ricompreso nei disturbi d’ansia ma inquadrato come una categoria nosografica autonoma unitamente agli altri disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo che presentano pensieri ossessivi e comportamenti ripetuti.
I dati epidemiologici mostrano un’incidenza del disturbo tra il 2 e il 4% dell’intera popolazione mondiale senza prevalenza di genere degna di nota solo nell’età adulta. Il quoziente intellettivo (QI) di questi pazienti è generalmente a ridosso della media e il tasso di suicidio è relativamente basso grazie all’incapacità di queste persone nel prendere decisioni per l’incertezza costante in cui vivono.
L’esordio del DOC si colloca intorno ai 20 anni anche se i segnali potrebbero essere riconoscibili già in età infantile e più specificatamente fra i 9 e gli 11 anni fino all’adolescenza. Nonostante i progressi delle neuroscienze, a tutt’oggi non vi sono evidenze assolute in grado di fornire con precisione la natura eziologica del DOC.
I sintomi primari
Il DOC viene diagnosticato per la presenza di ossessioni e compulsioni che causano ad una persona che ne soffre marcata sofferenza fino a comprometterne il funzionamento sia sociale che lavorativo.
Le ossessioni
L’etimo della parola ossessione deriva dal latino obsidere e significa assedio, assedio quindi della mente nel senso di manifestazioni non volontarie che tendono a persistere anche fino all’85% dell’intera giornata.
Le ossessioni sono, quindi, intrusive ed egodistoniche e difficilmente possono essere fermate nonostante gli sforzi posti in atto da chi ne soffre.
Le ossessioni non sono solo pensieri ma anche immagini o impulsi. In letteratura sono documentate una grande varietà di ossessioni. Quelle più frequenti possono avere contenuti di contaminazione, religiosi, sessuali, aggressivi o morbosi. Nella forma sessuale o aggressiva il paziente può riferire pensieri rispettivamente di rapporti intimi con genitori, animali, ecc. o di utilizzo di coltelli o armi in genere senza arrivare quasi mai all’agito verso gli altri o se stesso in entrambi i casi. Altro pensiero ossessivo ricorrente è il pensiero magico dove il paziente crede di poter cambiare gli eventi con la sola concentrazione.
Le compulsioni
Oltre alle ossessioni, al nucleo del DOC appartengono anche le compulsioni, veri e propri rituali che hanno lo scopo primario di ridurre, solo momentaneamente, l’ansia insorta con il pensiero ossessivo. Hanno un valore simbolico verso qualcosa che si percepisce come minaccia e che il paziente mette in atto per salvaguardare la propria integrità psichica.
Le compulsioni quando si traducono in comportamenti, sono di natura motoria, ovvero rispondono al bisogno di compiere un atto, quando sono ideative l’atto è confinato all’interno della mente come il contare, fare addizioni, sottrazioni e così via.
Anche le compulsioni motorie sono di diversa tipologia, si parla di: cerimoniali di purificazione e decontaminazione, come lavarsi le mani, fare la doccia o riti di pulizia in generale; aggressiva con atti dimostrativi verbali, come la coprolalia, o fisici, come lo strapparsi capelli, ferirsi, schiaffeggiarsi, ecc.; fisiologiche come il defecare, urinare, mangiare, bere, ecc. In queste ultime è tendenzialmente compromessa la capacità di avvertire la sazietà.
La ripetizione dei rituali, che siano il controllo del gas o delle finestre chiuse, il contare e ricontare oggetti o accumularli, fare sempre lo stesso percorso avanti e indietro, rappresenta una sorta di equilibrio fra spinta compulsiva e il tentativo di gestirla, cosa impossibile da fare dal momento che non vi è un collegamento realistico in tal senso.
Il DOC ha una naturale propensione alla cronicizzazione e se non è trattato in modo adeguato può influire pesantemente sul funzionamento di chi ne è affetto, con possibile insorgenza di stati depressivi associati all’inevitabile peggioramento della qualità della vita.
I sintomi secondari
Fra i sintomi secondari più frequenti vi sono: le fobie, che hanno molta affinità con le compulsioni in quanto entrambi attivano comportamenti di evitamento e ansia verso qualcosa che il paziente teme; la rabbia: molto comune nei pazienti affetti da DOC per la frustrazione che insorge a seguito della compromissione del funzionamento della capacità di socializzazione; i disturbi sessuali, con l’aumento o la diminuzione della libido. Il linguaggio nel DOC è spesso circostanziato, circolare o lento o veloce. La qualità del discorso precisa e di buona dizione e utilizza termini adeguati.
I fattori di rischio
Fra i fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare un DOC, oltre a quelli temperamentali caratterizzati da un’emotività negativa, ci sono quelli legati alla storia familiare/genetica e fisiologica.
Anche gli eventi di vita stressanti possono contribuire ad aumentare la vulnerabilità soprattutto quando la reazione del soggetto allo stress è eccessiva. Questa reazione può, per qualche ragione, scatenare pensieri intrusivi, rituali e disagio emotivo propri del disturbo ossessivo-compulsivo.
Il trattamento
Come detto, il DOC ha una forte tendenza alla cronicizzazione o alle ricadute ed è nota la resistenza dei pazienti verso ogni forma di terapia. Nonostante ciò si può curare e la maggioranza dei pazienti che si rivolgono a degli specialisti riescono a controllarne i sintomi.
Il DOC è uno dei disturbi più studiati anche per le diverse forme con le quali si manifesta, e, ad oggi, l’intervento combinato fra farmaco e psicoterapia risulta essere il trattamento d’elezione. L’utilizzo di farmaci ad azione serotoninergica in associazione alla psicoterapia può rappresentare uno strumento decisivo verso una maggiore libertà del paziente da ossessioni e compulsioni.