Il termine narcisismo può avere una connotazione sia psicologica che sociale. Se consideriamo la dimensione individuale, ci riferiamo ad un disturbo della personalità caratterizzato da un iperinvestimento della propria immagine a svantaggio del sé. Molto più interessati all’apparire piuttosto che al sentire, i narcisisti agiscono negando la loro dimensione emotiva. Tale negazione dei sentimenti li spinge ad essere manipolatori e seduttivi poiché il loro fine ultimo è quello di avere il potere e il controllo sugli altri. Manchevoli di valori come l’integrità, la dignità e padronanza di sé, sono egoriferiti e costantemente rivolti ai loro interessi.
Narcisismo culturale
Se ampliamo lo sguardo, abbracciando anche gli aspetti sociali e culturali, il narcisismo può essere considerato come un precipitare dei valori umani poiché scompare l’attenzione verso i propri simili, la natura, l’ambiente e la qualità della vita. Il progresso viene misurato sulla base del possesso dei beni materiali e, quando nella scala dei valori l’assennatezza viene surclassata dalla ricchezza, la dignità viene offuscata dalla notorietà e il successo scavalca il rispetto di sé, allora vuol dire che la stessa cultura deve considerarsi narcisistica poiché sovrastima l’immagine. Narcisismo individuale e narcisismo culturale diventano, così, reciprocamente corrispondenti: l’individuo crea la cultura secondo la propria immagine e a sua volta viene plasmato dalla cultura.
Narcisismo Individuale
Tornando ad un livello individuale, molti narcisisti si sentono depressi. Lamentano un senso di vuoto, di mancanza di emozioni, di profonda frustrazione e insoddisfazione. Nel lavoro solitamente hanno successo come se ci fosse una rottura tra mondo esteriore e mondo interiore. Il disturbo è sicuramente gravoso eppure queste persone non sembrano provare ansia né senso di colpa. A livello lavorativo, sociale e sessuale appaiono molto prestanti ed efficienti, sembrano quasi perfetti. Tale percezione dipende dal fatto che agiscono nel mondo in maniera meccanica e non umana.
Si è soliti pensare al narcisismo come ad un smisurato amore di sé, unito ad un’assenza di sentimenti e di interesse verso l’altro. Il narcisista è rinomato per il suo egoismo e per la sua avidità che lo portano a ripetere a se stesso: esisto soltanto io. Questa descrizione è corretta solo in parte poiché, anche se è vero che non mostrano interesse per gli altri, è altrettanto vero che non mostrano attenzione per i propri bisogni più autentici. Si mostrano spesso autodistruttivi e anche quando ci riferiamo al loro amore per se stessi, dobbiamo attuare una chiarificazione: il narcisista investe il suo Eros verso la propria immagine e non verso il proprio sé reale. La totalità della sua identità coincide con l’immagine e non con il sé. Per comprendere tali dinamiche ci viene in aiuto il mito di Narciso.
Il mito di Narciso ed Eco
Il mito greco ci narra che Narciso era un giovane bellissimo. Figlio di Cefìso e di Liriope, di lui si innamorò la ninfa Eco. Privata, per vendetta, della parola dalla moglie di Zeus, la dea Era, Eco aveva come unica possibilità quella di ripetere le ultime sillabe delle parole pronunciate dagli altri. La ninfa venne rifiutata da Narciso e il suo dolore fu tale da consumarla anche nel corpo fino a morire. Gli dei decisero, allora, di punire Narciso per la sofferenza arrecata ad Eco, facendolo innamorare solo della sua immagine.
L’indovino Tiresia predisse che Narciso sarebbe morto se avesse conosciuto se stesso (vivrà Si se non noverit, se non conoscerà se stesso, rispose il vecchio profeta alla madre che lo interrogò). Un giorno, chinandosi per bere la limpida acqua di un ruscello, vide la sua immagine riflessa e se ne innamorò perdutamente. Decise di non lasciare più quel luogo, struggendosi di uno sfibrante languore, e di sé morì, trasformandosi in un narciso, il fiore che cresce lungo le fonti.
Narcisismo e psicoterapia
Trattare il disturbo narcisistico impone uno sguardo che non sia solo individuale ma anche rivolto al mondo sociale poiché è necessario individuare non solo i fattori di personalità che predispongono la persona al narcisismo ma anche le forze culturali che influenzano la problematica. Il trattamento psicoterapico deve essere volto al recupero della “dimensione umana”, dei sentimenti e delle sensazioni perdute. Indipendentemente dalla tecniche utilizzate, che possono variare nella loro specificità a seconda dell’approccio, la chiave di volta di ogni percorso terapeutico è la comprensione, indispensabile per un intervento efficace a livello profondo. Il terapeuta autenticamente in grado di capire il dolore di queste persone, di sentire le loro paure e il grande sforzo che compiono per difendere il loro equilibrio sarà in grado di aiutarli a superare il loro disturbo.